Diciassettesimo giorno:
Margherita di Savoia - Manfredonia
Martedi 08 Giugno 2010
Come andò che , or giunto in territorio Dauno, mi addentrai nella salmastra piana delle saline, fra leggiadri volatili, e in serata lasciai Manfredonia già conscio della meta vicina
Stamattina non riesco quasi ad alzarmi dal letto: è una certa stanchezza/rilassatezza fisica generale, unita alla tossaccia che non mi ha ancora abbandonato.

Una breve colazione al bar della Pizzeria-affittacamere "L'Ammiraglio", e subito alla ricerca di un qualche farmaco contro l'infiammazione giugulare: in via Africa Orientale in una farmacia mi è stato dato un antiinfiammatorio in pastiglie e una boccetta di propoli diluita con qualcos'altro.
Non lontano da lì c'è, ospitato in una moderna architettura, il Municipio di Margherita di Savoia, questa città di turismo balneare che valorizza la cultura delle saline: c'è anche nell'atrio interno una mostra fotografica dedicata alla storia della lavorazione del sale marino.

Poi per uscire da paese sono passato dal lungomare. Era ormai l'una, un sole da spaccare le pietre. Quasi le uniche persone sotto il sole: io... e lui, questo venditore ambulante Bangladeshi di nome Ziaur Khalsy, che pare farebbe più volentieri il lavoro mio, cioè trasportare la gente in carrozzino, che vendere la solita chincaglieria e/o i soliti cd rimasterizzati! Onorevole Carlucci, dài, perchè non discutere in giunta comunale di introdurre in città uno o più taxi-risciò guidati dagli indiani?

Appena fuori dal paese, la strada provinciale 159 si inoltra per chilometri e chilometri fra mare da una parte e distesa di saline dall'altra.

Oltre le saline, il paesaggio è acquitrinoso, cioè costituito da bassi ed estesi specchi d'acqua, dove non abita nessun essere umano (malaria), ma invece offre un ambiente ricco di molluschi per diverse specie di uccelli di laguna. Qui ho visto per esempio diversi fenicotteri, aironi, l'upupa, il trampoliere. È una riserva naturalistica.

La strada che ho percorso pare essere l'unica via diretta e scorrevole tra Barletta e Manfredonia, tanto è vero che viene percorsa da una moltitudine di auto e grossi autotrasportatori davvero veloci... mi stringo più che posso a lato della strada, che però è relativamente stretta per essere una pista da corsa. Nessuna corsia di emergenza.

Quando ho incontrato una strada secondaria che andava sulla costa, ho pensato di fare una pausa presso un molo per bagnarmi almeno i piedi in questo bel mare Adriatico. C'erano anche altre persone in costume e con gli ombrelloni.

Era il punto di scarico di una fogna, o di un piccolo corso d'acqua...fatto sta che in quel punto presso il rigagnolo di acqua corrente c'era una certa dovizia di molluschi!

E non solo molluschi acquatici: a pochi metri dal punto dove ho parcheggiato il risciò non ho potuto fare a meno di notare una vecchia poltrona abbandonata lì in mezzo alle sterpaglie, se non altro perchè... era ricoperta di chiocciole!

L'unica pausa con incontri umani lungo questo Parco Naturale delle Saline, che come è giusto che sia non presenta molta vita umana, è stata in quel di Zapponeta, dove diversi uomini erano riuniti presso un bar, una specie di dopolavoro. Lì ho preso una granita alla crema di caffè, ma non mi sono fermato a lungo, poichè gli uomini mi hanno fatto notare che Manfredonia era ancora parecchio lontana. Erano già le cinque.
Nel tardo pomeriggio sono giunto nelle vicinanze di Manfredonia, ad un bivio dove già un cartello mi indicava San Giovanni Rotondo a 28 km di distanza, ma non era la route che avevo previsto: ho proseguito diretto verso Manfredonia città

Poco prima di arrivare a Manfredonia si incontra qui l'ingresso all'area dove sorgeva un tempo l'importante città romana progenitrice di Manfredonia: Siponto (Sipontum).

Il Gargano: da lontano sulla strada per Manfredonia si vede stagliarsi all'orizzonte un largo e pianeggiante rilievo, che diventa sempre più grande avvicinandosi. A Manfredonia siamo già nel Parco Nazionale del Gargano. Manfredonia ne è il porto alle pendici, nominata così per via del re svevo Manfredi di Hohenstaufen, che nel XII secolo in seguito ad un terremoto ricostruì Siponto pochi chilometri a Est e dandole il proprio nome.

Al primo negozio alimentare, un panificio-pizzeria chiamato "Apulia Forno", ho recuperato la giornata quasi a digiuno con assaggi di diverse prelibatezze: una torta salata ripiena di ricotta e spinaci, la pizza con le cipolle e le olive, prodotti da forno ripieni di albicocca e crema, che in parte ho tenuto per il giorno successivo. Avrei volentieri provato una specialitÀ locae chiamata "Farrata", ma ora non è stagione.
Sono poi entrato nel centro cittadino, la zona pedonale e dello shopping. Qui ho comprato una busta di arance e una bottiglia grande di acqua, in previsione dell'ultimo, potenzialmente estenuante itinerario su per il Gargano,

Attraverso una strada in salita ho raggiunto lo snodo stradale principale, quando già calava il tramonto. Da qui si va diritti per una larga strada, la provinciale 58, che costeggia il rilievo del Gargano verso Ovest,

La strada è leggermente in salita, ma piacevole. tuttavia, percorrerla di notte mi sembra parecchio pericoloso, perchè è una tipica strada che sarà anche provinciale, ma invita l'automobiista giovane e sportivo a comportarsi come in autostrada, o anche di più.

Fra i campi di grano sulla strada ho raggiunto una stazione di rifornimento Q8, la cui reponsabile mi ha invitato a fermarmi nel retro dell'edificio di servizio per passare la notte. Ho parcheggiato al riparo da sguardi indiscreti, e gli unici che mi hanno notato, nella tarda serta, erano due uomini della vigilanza notturna durante il loro consueto giro di ronda. Dopo la loro discreta visita, ben imbacuccato per non soffrire l'umidità, ho trascorso una notte assolutamente tranquilla e distesa.
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