Mercoledi 02 giugno 2010

Come andò che raggiunsi sotto il solleone il paese dei Sassi, ma con il carrozzino ivi non mi avventurai


La notte in questo campo di grano duro non è stata molto tranquilla. Fra il sonno e il dormiveglia ascoltavo i più diversi rumori provenienti da creature solo in parte riconoscibili.

Una di queste creature emetteva una specie di squittio commisto ad un veloce cicaleccio bavoso, particolare che me lo faceva figurare come un piccolo alieno verde.

Da oriente, ovvero dalle terre di Puglia, che si estendono a pochi chilometri da quei campi al di là del fiume Bradano, sorgeva il primo caldo raggio di sole, quando ho ripreso a pedalare verso Matera sulla statale 175, nella valle del fiume Bradano.

Ho presto incontrato un nuovo sbarramento, e ho preso la strada a destra.

Poi all'altezza d Montescaglioso ho preso di nuovo la strada a destra, perchè se avessi proseguito dritto sulla statale 175 sarei arrivato a Matera assai più tardi, e con più traffico attorno.

Ho attraversato il fiume Bradano e ho incontrato un incrocio, dove mi sono fermato a prendere acqua. Di fronte a me sulle pendici della collina potevo vedere il borgo di Montescaglioso.

Prendendo la strada a sinistra si va direttamente fino a Matera centro, senza incontrare traffico.
Ho potuto così ammirare ad ogni pedalata questi meravigliosi campi di grano pronto per la mietitura, e pinzare ogni tanto una spiga matura, per spiccarne fuori quei chicchi pastosi con cui si fa -appunto- la pasta.

Mancavano ancora 12 km a Matera,

Da là in avanti il paesaggio è caratterizzato da dolci pendii collinosi, tutti coltivati a grano duro. La strada è per lo più in piano o in leggera salita. Un insolito cartello ora seminascosto dagli alti fusti di graminacee ci suggerisce che qui, quando piove d'inverno, e la terra è nuda fra una coltura e l'altra, la terra fangosa scivola via ricoprendo la strada

Ad un bivio poco più avanti posso ancora decidere di raggiungere la Puglia senza passare da Matera, giacchè Ginosa di Puglia si trova a pochi chilometri verso est, ma la curiosità di visitare la rinomata città dei sassi è più forte.

Intanto, senza grosso stress mi sono innalzato fino ad un punto da cui è possibile godere di un suggestivo panorama delle murgie del Materano.

Dopo alcune curve, era già possibile scorgere in lontananza le case della città di Matera.

A quel punto ho incontrato una ciclista tedesca che pedalava con una buona bicicletta nella mia stessa direzione, e per un po' ho avuto la forza di proseguire alla sua velocità. Ma molto presto, siccome il risciò pesa moto di più, e la strada è in salita, ho invocato una pausa ristoratrice. È stata un'ottima occasione per finire di mangiare il mezzo melone che mi portavo dietro come scorta di zuccheri. In due l'abbiamo sistemato nel giro di pochi minuti, mentre si parlava dei rispettivi tragitti, e la signora tedesca mi spiegava fra le altre cose, che le creature inquietanti della notte scorsa erano null'altro che... porcospini a caccia!

L'ultimo tratto, quello più duro, l'ho affrontato da solo, anche perchè nessun ciclista sarebbe potuto andare così lentamente senza perdere l'equilibrio! Quando ho visto il cartello "Matera" ho pensato di essere già rrivato, ed ho fatto immediatamente una pausa al primo negozio, il "Smile Store", per fare un po' di spesa.
Ma prima di entrare nel supermercato il manager, che era là fuori nel parcheggio, mi ha voluto fotografare, alchè io ho prontamente risparato indietro, apparecchio alla mano.

Ho comprato un pane di Matera (cioè fatto con il grano dei campi che ho appena attraversato), una provola, una tavoletta di cioccolata, una scatoletta di lenticchie, un barattolino di cozze, un po' di pomodorini freschi, e una confezione di biscotti ai cereali.
Non c'erano neanche qui i fiocchi d'avena, e il manager, quando gli ho fatto notare questa spiacevole assenza, non sembrava comprendere che forse avrebbe potuto integrarli nell'assortimento dei prodotti in vendita. Del tipo:"..No,no, noi queste cose non le vendiamo".

I biscotti ai cereali e la cioccolata li ho mangiati uno dopo l'altro prima di raggiungere quello che doveva essere il centro, cioè via Lucana, a quota 400 metri s.l.d.m.
Guardando a valle verso est si può già`scorgere il pendio opposto del profondo canyon sul fiume Gravina, il cui ripido pendio occidentale costituisce la città storica di Matera , meglio conosciuta come "I Sassi".

Le case nuove che incontravo sulla strada, che rappresenta la cresta del pendio,sono quelle costruite per ospitare i Materani sfollati dai loro sassi alcuni decenni orsono.

A Matera non c'é un ufficio di informazione turistica.
Ce ne sono innumerevoli, apparentemente ovunque, ma a quanto sembra nessuno è quello "ufficiale" della città di Matera. E ovunque ci sono guide turistiche, che offrono una escursione guidata nei sassi. Il primo ufficio che ho incontrato offre visita guidata di gruppo a prezzo fisso per persona, compresa degustazione di prodotti tipici alla fine della passeggiata.

Presso Palazzo Lanfranchi, che ospita il Museo Nazionale di Arte Moderna e Medievale della Basilicata, ho scattato alcune foto. È in particolare molto suggestivo il panorama che si può vedere da qui a precipizio al di sotto del davanzale sul Sasso Caveoso, il più meridionale dei due quartieri antichi.

Una guida turistica locale, caratterizzato da un occhio chiuso, si è accomodata sul risciò in piazzetta Pascoli

La mia prima preoccupazione è stata di trovare un posto sicuro e confortevole dove dormire, poichè le precedenti 3 notti non erano state un granchè, sonni brevi, umidi e poco profondi. Il mio fisico ne risente.
La guida mi ha condotto nel suo ufficio-informazioni di riferimento, dove mi è stata prenotata una stanza nel b&b "Il villino", posto in via Timmari, all'estremità ovest della città moderna. La città moderna si estende infatti per alcuni chilometri verso ovest e nord-ovest, seguendo un pendio che termina nel paesaggio ondulato delle Murge Materane.

Proseguendo lungo via Ridola, su un percorso pressoche pianeggiante, ho potuto ammirare la chiesa del Purgatorio,

e non molto più avanti la chiesa di San Francesco

Poco dietro la Piazza San Francesco, ho posteggiato in una amena piazzetta, chiamata Piazza Sedile, e qui ho dato u'occhiata alle cose tipiche che vengono vendute qui.
In un negozio di artigianato chiamato "Geppetto" ho avuto il piacere di interloquire con il Materano Francesco, un giovane che gestisce questa attività con la famiglia, e che mi ha mostrato l'oggetto-simbolo di Matera, una ocarina a forma di Gallo, dipinta a mano a colori vivaci.

A fianco di Geppetto c'è un ufficio turistico, la cui proprietaria mi spiega fra l'altro che qui a Matera ci sono meno regole che altrove per la gestione delle attività turistiche, e ognuno fa un po' quello che vuole.
Da ciò deduco che a Matera, conoscendo i percorsi giusti (cioè le strade non troppo ripide), anche l'attività di taxi-risciò non sarebbe così ostacolata come altrove!

Là intorno mi ha colpito questo cartello, che invita i residenti ad attrezzare la propria casa di un nido artificiale per far nidificare il povero falco grillaio. Nei sassi, infatti, fino a pochi anni fa le vecchie costruzioni in muratura, molte delle quali pressochè abbandonate, offrivano molti pertugi per la riproduzione dei falchi, che in questa stretta e profonda vallata trovano da sempre il loro habitat ideale. Ma da quando si è cominciato a restaurare e riammodernare le antiche case, ci sono sempre meno buchi adatti sulle facciate.

Dopo un esauriente pasto pomeridiano, fatto di pane, lenticchie con la sardella (finalmente ho trovato l'abbinamento giusto per questa piccantissima salsa calabrese) e pomodori, ho ancora avuto la forza di visitare il Museo Archeologico Nazionale di Matera, situato in via Ridola, quindi ho lasciato il centro storico, per dirigermi verso il bed&breakfast e quindi verso un agognato riposo. Ma appena giunto all'incrocio fra via Duni e via Lucana, una simpaticissima giovane famiglia mi è venuta incontro offrendomi un vigoroso caffè.

Forse si noterà dalla mia espressione facciale che sono veramente allo stremo delle forze, ma come rifiutare a questi bimbi un breve, divertente (ma senz'altro sicuro, grazie alle cinture) giro in "carrozzina"?

Subito dopo ho proseguito, in discesa, verso "Il Villino", dove molto presto, prima che facesse buio, mi addormentavo in una camera molto confortevole e tranquilla.