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Il risciň: L'unica utilitaria davvero ecosostenibile: fa mediamente 100 km con un kg di pasta e ci vai praticamente ovunque. E la tua? In risciň da Genova a Roma
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Primo giorno

Sabato 3 novembre

Come andň che partii in serata dal Ponente genovese, attraversando l'intera cittŕ verso levante, e mi fermai a dormire a Nervi in un albergo a ridosso del Parco.



Č stata dura oggi riuscire a partire: con un vecchio papá che ripete sconsolato al suo nipotino nella culla come una cantilena:“ ma dove diavolo va lo zio Rocco, ma dove va? Non poteva starsene qui con noi?“ . É che sono arrivato ieri e oggi vado giá via. Sono ancora non troppo in forze, ho dormito abbastanza a lungo stanotte, ma le due notti precedenti, l'una nel mio laboratorio passata a terminare una consegna urgente, e l'altra sballottato su un treno fra Monaco, Verona e Genova sono state tutt'altro che riposanti.
Nel salotto all'ora di pranzo ci sono ancora un sacco di cose sparse ovunque che devono faticosamente trovare prima il loro posto nelle relative sacche e borse, e successivamente incastrarsi nel bagagliaio del risciň.
Nel viaggio precedente questa operazione era stata meno complicata, forse perché c'era meno vestiario pesante, e non c'era il computer portatile ed i relativi accessori.. Se anche cerco di eliminare le cose superflue, la mamma o il papá insistono perché me le porti dietro comunque, anche se per portarla dietro dovrei legare chili di roba sul tettuccio di tela, per poi necessariamente darla via lungo la strada. No, rinuncio al sacco a pelo e mi accontento volentieri del mantello di feltro che all'evenienza funziona anche come sacco a pelo.

Parto quando giá il sole si appoggia sulle colline a ponente.
L'attraversamento del Ponente Genovese fino a Caricamento é un po' triste: l'ho giá percorsa troppe volte senza motivo questa strada sporca, piena di buche pericolose e di persone tristi attorno, e sono quasi sollevato di andar via di lí, verso la ridente Riviera di Levante.. a Cornigliano peró in mezzo a tante facce grigie, un gruppo dei soliti napoletani dal baretto mi fermano e mi invitano a bere qualcosa con loro. Lá ho pensato: Uao! ora ricomincia il divertimento! Infatti questa é la scena tipica che in viaggio con il risciň capita quotidianamente: c'é sempre qualcuno che ti invita a fermarti a bere qualcosa. É l'ultimo sopravvivente sprazzo di quell'attitudine all'ospitalitá che un tempo caratterizzava tutte le genti italiche.
Mi confermano che c'é un traghetto che va regolarmente a Messina da Napoli. Quindi giá faccio progetti di continuare da Roma fino a Napoli, per imbarcarmi e raggiungere cosě dalla Sicilia il paese della mia famiglia nel sud della Calabria.
Poi arrivo a piazza Caricamento che é giá buio, accendo le luci, indosso una maglia, mentre intanto un sempliciotto di quelli con cui ogni tanto non dispiace scambiare due chiacchiere dice „ belin te le fai le gambe con quella roba li!“.
Poi fra Caricamento e via S.Lorenzo incontro un ragazzo delle Marche, un tal Francesco, che mi racconta di aver visto di questi trabiccoli a Berlino e come sia una cosa troppo bella ecc. Lui fa il magistero all'Accademia ligustica, che ho frequentato anch'io a mio tempo, cosí cominciamo a parlare di questo e di quello, e mi da un indirizzo internet dove vedere qualcosa del suo gruppo artistico.
Intanto qualcuno sulla strada a piazza Matteotti mi flesha con la sua macchina fotografica, accecandomi, ed é un amico di Francesco, Andrea, che insieme ad un altro fanno foto in giro. Quest'altro é un genovese che vive a Roma, e magari quando arrivo a Roma lo ribecco. Allora gli chiedo se mi fa delle foto in piazza De Ferrari, perché sto partendo per Roma e mi servono foto di documentazione . Dopo la divertente session fotografica da lá scendo per via XX Settembre, arrivo alla Foce del Bisagno e proseguo lungo Corso Italia fino a Boccadasse, vado su e giů fino a Sturla, e poi Quarto, dove il monumento ai Mille che mi ha sempre colpito le poche volte che sono passato di lí da bambino, é ora in fase di restauro, e cioé circondato da una struttura metallica che a prima vista con quell'illuminazione notturna parrebbe un'architettura d'Avanguardia.
Fra Quarto e Quinto faccio una breve sosta in un ristorante lounge piuttosto chic, l'”Albicocca”, – in questa zona del Levante genovese é tutto un po chic -caffé a 2 euro- per intenderci.
Quando ne esco dopo aver bevuto un caffe decaffeinato ed essermi pettinato in bagno, il cuoco é uscito dalla cucina e insieme alla cameriera si guardano il mio veicolo come fosse un ufo, poi arriva anche il barista , la barista e la cassiera, che dice che sono un genio, ma no ho capito cosa intendesse.
Dopo poco un'altra piccola sosta per un pezzo di farinata coi carciofi. E mi ritrovo a Nervi, verso le nove di sera, strappando ad un locandiere benevolo 30 euro ( hotel Bel Sito, un piú che decoroso due stelle) per una doppia ad uso singolo. Mi č stato consigliato di rivolgersi ai prelati nelle canoniche per pernottare, e a Quarto avevo anche giá citofonato ad una canonica sulla strada, ma non ha risposto nessuno e comunque era giá tardi per presentarsi all'uscio di un cristiano.
Bellissimo albergo qui, televisione, bagno vasca... Il resto della serata lavoro al computer, finché cala la stanchezza.
Domani sará credo piú dura di oggi, e ci vuole un bel sonno.



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