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Il risciò: L'unica utilitaria davvero ecosostenibile: fa mediamente 100 km con un kg di pasta e ci vai praticamente ovunque. E la tua? In risciò da San Giovanni Rotondo a Bologna
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Diciassettesimo giorno: da Pesaro a Riccione

Giovedi 7 Aprile 2011

Come andò che pedalai il risciò fuori dall'antica Pisaurum, oltre i confini Marchigiani fino alla marina della ridente terra di Romagna.



I in un modo o nell'altro sembra che ce l'abbia ormai fatta, giacchè da Pesaro solo un trascurabile rilievo collinare, rappresentato dal parco naturale di Monte San Bartolo, mi divide a nord dal grande tavoliere padano. E costeggiandolo lungo la via Emilia - cavalcavia a parte - raggiungerò Bologna "a marce alte" . Ho in programma di arrivare fra tre giorni, e per arrivare in tempo la tappa in pianura di domani è calcolata più lunga delle altre.

Pesaro in risciò

Verso le 8 o le 9 mi sono pigramente eretto dal letto della stanza al 5° piano dell'albergo, e ho ammirato per un po' la veduta dall'alto della città. Un'ennesima giornata calda e solare.

Pesaro dall'alto

Una volta rifatto il bagaglio sono sceso nella sala al piano terra per la colazione, che era preparata in forma di buffet-self-service. Sedendo su sedie di legno da un design particolarmente slanciato mi sono saziato dilungandomi su diversi cibi ricchi di carboidrati e proteine, mentre ad un altro tavolo una piccola comitiva di viaggiatori russi faceva altrettanto.

hotel atlantic, Pesaro

Quindi una volta satollo ho lasciato l'albergo a bordo del Risciò, con l'intenzione di gironzolare un po' per Pesaro prima di dirigermi verso la Romagna ormai vicina.

Pesaro in risciò

pedalando lentamente per le vie del centro potevo ascoltare a destra e a sinistra la parlata locale, sempre meno marchigiana, sempre più romagnola, e ho potuto notare en passant che il dialetto Pesarese ha una coscienza di sè, come dimostra un evento teatrale chiamato "Dialettando", che si sarebbe svolto di lì a pochi giorni, e a una scritta in dialetto su di un veicolo commerciale che sostava sulla via lastricata: "stet tranqui ce pensem noià...".

pesarese

Sono tornato a Piazza del Popolo, che è il centro geografico della città e sede del palazzo ducale dalla sommità merlata. Qui potevo notare -come già a Senigallia- ancora una volta la mole di traffico ciclistico in questo estremo lembo di italia peninsulare.

Ho poi percorso lentamente via Rossini, la via principale che collega Piazza del Popolo con il Lungomare e Piazzale Libertà, cercando distrattamente un ufficio di informazioni turistiche. In quella zona, nello stesso palazzo Toschi Mosca, dove pare si trovino i musei civici, al cui ingresso si viene accolti da un grande bassorilievo colorato raffigurante la Gorgone Medusa, si trovava un ufficio, ma è stato recentemente trasferito in piazzale Libertà.

pesaro musei civici

Proprio là fuori da questo palazzo sono stato trattenuto alcuni minuti da un gentile cronista locale, che ho potuto fotografare, mentre mi poneva alcune domande e mi auspicava un buon proseguimento di viaggio.

giornalista pesarese

Poco dopo ero nell'ufficio del turismo a chiachierare con la giovane donna dietro la teca, che mi ha ampiamente informato su ogni cosa di interessante che cio fosse a Pesaro. Una di esse stava proprio di fronte al nostro naso, in piazzale Libertà, ed è una scultura bronzea del rinomato artista Pomodoro, in forma di una sfera lucida e cava che si erge da uno specchio d'acqua quieta, appena increspata dalla brezza marina del mattino.

scultura di pomodoro a Pesaro

Un lungo momento di meditazione mi ha colto di fronte a questa fontana contemplativa, che forse qualcuno potrebbe assimilare a un giardino zen.

Fra le cose di Pesaro che mi hanno colpito e che non sono necessariamente indicate negli opuscoli e opuscoleti informativi per i visitatori, c'è un particolare che ogni Pesarese calpesta passando per piazza del Popolo: si tratta di alcune piastrelle inserite a bella posta nel lastricato stradale, su cui sono stampate alcune pagine di pubblicazioni stampate nella città di Pesaro, che testimoniano l'adesione alle leggi razziali emanate nel 1940 in italia. Fra di esse la pagella di un bambino "di razza semita".

Pesaro, leggi razziali

Una bella idea per ricordare alle persone che a volte i governi emanano leggi e provvedimenti davvero disumani, e che è d'uopo rimanere all'erta ogniqualvolta vengano ad essere imposte leggi idiote e disumane.

Tappa successiva del mio piccolo giro della città, sul corso XI settembre, è stata la vecchia Pescheria, il mercato del pesce che da diversi anni si è mutato in un moderno centro di esposizione di arti visive

Centro Arti Visive Pescheria

E già il nome "Pescheria" mi fa venire l'acquolina in bocca, anche perchè a pochi passi da lì all'angolo di via Mastrogiorgio c'è una pescheria particolarmente scenografica, dove ho osservato con grande curiosità le numerose creature adriatiche esposte, alcune ancora guizzanti.

pescheria in via XI settembre

Vinto dall'appetito ho preso una veschetta contenente alcune alici sott'olio, da mangiare piu tardi.
Uscendo dal centro ho seguito il consiglio dell'ufficio turistico, di non intraprendere la strada bellissima ma faticosa che attraversa lungo tornanti prossimi al mare il parco naturale di Monte San Bartolo. Una volta oltrepassato il fiume Foglia, con le sue postazioni di pescatori costruite con le canne, ho invece proseguito lungo la statale 16 che passa diritta da dietro il parco costiero.

statale 16 Pesaro

Lungo una leggera salita si esce quindi da Pesaro e si tange una contrada chiamata Cattabrighe.

Cattabrighe

La statale prosegue costeggiando a sud l'area del parco naturale. Alla mia sinistra la campagna circostante consta di una zona collinosa più alta ricoperta di una coltura di grano ancora giovane, mentre attorno alla strada crescono caducifoglie proprie dell'Europa continentale, oltre a cipressi che evidentemente sono stati da poco potati; infatti c'è per aria un odore forte di resina.

A Cattabrighe sono visibili i primi segnali stradali che indicano la meta finale del mio viaggio, Bologna.

Cattabrighe - Pesaro

Era ormai l'ora della canicola, e sebbene dopo Cattabrighe non fosse (ancora) un tratto in pesante salita, era comunque un rettilineo posto sotto lo spietato sole dell'una. Così ho deciso che era il momento di godersi al fresco della cabina del risciò la prelibatezza delle alici sott'olio con il pane,

alici sulla statale 16, Cattabrighe

e dopo averle finite, eliminare i resti della patata dolce che mi portavo dietro da un po' di giorni nel bagagliaio, e precisamente dalla mia visita al negozio cinese ad Ancona 4 giorni prima.

In effetti alcune parti della patata dolce, oltrepassato il punto di maturazione, nella marcescenza hanno assunto il gusto dolciastro della Guava o del Litschi, due frutti tropicale.

È seguita una lunga siesta pomeridiana, sdraiato coi piedi sul sellino, incurante delle poche auto che sfioravano il risciò posteggiato sul ciglio della strada.

La pausa è durata circa un'ora, ed è stata utile a riprendersi un po' dal sole cocente e caldissimo prima di cuocersi del tutto nell'ultimo vero e proprio tratto di salita del viaggio, un rettilineo di circa un kilometro. Quando stavo perdendo già tutti i liquidi del corpo, sciogliendomi al sole, ecco come un miraggio che si profila in lontananza alla fine del rettilineo un fresco punto di ristoro, il bar "Da Bruno".

La barista giovane e simpatica mi prepara un desideratissimo the verde caldo.
Dopo un'altra mezz'ora di sosta a questo bar, si prosegue ancora in lieve salita per circa un chilometro almeno.
E quindi, finalmente, in località Siligara, si comincia a scendere, ed anche in maniera molto ripida, per un paio di chilometri, successivamente il pendio si fa pìù lieve, e poco oltre il centro abitato di case Badioli si svolta a destra seguendo le indicazioni per Cattolica, il comune più meridionale della Costiera Romagnola.

Gabicce

In effetti il confine fra Marche e Romagna è pressochè insignificante, come a mio avviso lo sono le differenze fra le genti al di qua e al di là del confine Marchigiano-Romagnolo. Fatto sta che dopo pochi minuti dall'ingresso a Gabicce, il comune più a nord della costa Marchigiana, senza accorgermene ero già... a Cattolica!

Ho percorso un tratto di lungofiume in compagnia di una anziana suora, a cui fra le altre cose ho chiesto -senza ottenere una risposta soddisfacente- perchè mai Cattolica si chiamasse così, finchè sono arrivato al porticciolo proprio alla foce del fiume Tavollo, che divide le due regioni.

Cattolica

Eccomi sullo sconfinato lungomare del litorale Romagnolo, in lontananza la costa non mostra più nessuno scoglio, nessun promontorio, ma imponenti alberghi . È pianura, ed anche se entrassi in quest'acqua ancora libera di bagnanti, ci camminerei dentro per centinaia di metri prima di guadagnare il largo.

Cattolica in risciò

Qui è tutto molto "largo", le strade, i palazzi, la spiaggia, È come se, sceso giù dall'ultimo smussato sperone appenninico, tutto si fosse spiattellato giù e allargato come l'olio che cade sul tavolo. Ma a differenza dell'olio, che si spande incontrollabile ed informe, qui sembra che tutto sia fatto dalla natura e dall'uomo in modo militarmente ordinato, pulito. Basti vedere i plotoni di sedie a sdraio, poste sulla sabbia come centurie romane (infatti si chiama Romagna... qui in un qualche periodo passato la Roma repubblicana deve aver posizionato davvero le sue truppe, nel periodo delle lotte per il controllo della Gallia Cisalpina!).

In piazza I°Maggio mi son fermato a guardare una fontana molto carina, rappresentante tre grazie seminude che reggono un piatto sule loro teste, poi mi sono inoltrato brevemente nell'interno della città, finchè nella cremeria in viale Mancini ho gustato il mio primo cono gelato della stagione.

Erano ancora appena le 4 del pomeriggio, e potevo con calma percorrere il chilometrico lungomare soleggiato di Cattolica e Misano Adriatico, osservando tutti coloro che alacremente preparano la stagione nelle stazioni balneari, a cambiare finestre, dipingere pareti, fare muretti, tappare buchi, a ristrutturare casette e capannuccie;
Finchè la rinomata città di Riccione subentrò inavvertitamente attorno a me: nella località principale dell'industria turistica e del divertimento si ergono edifici dalle bizzarre e magniloquenti architetture (l'esteta che è in me le chiamerebbe volentieri Kitsch). Mi ricordano le immagini che spesso ci raggiungono da luoghi di divertimento di massa oltreoceano, come Las Vegas.

Si, penso proprio che il visitatore statunitense in questo environment si trova facilmente come a casa propria, in california con le sue spiaggie e le sue discoteche. anche l'arredo urbano ha un che di divertente, come il complesso scultoreo che si trova sulla passeggiata e che consiste in panchine e aiuole scolpite nel marmo e disposte come a suggerire la chiglia di un'imbarcazione.

nave di marmo a riccione

Non ho dovuto girare molto per trovare un posto dove dormire stanotte: L'hotel Puccini nella via omonima si trova in un angolo tranquillo di villini non lontano dal mare, dalla terrazzina della camera la vista consiste in altre graziose case alberi e vegetazione rigogliosa di pini, cipressi e rampicanti. Mi è anche possibile gettare un occhio sul piccolo parcheggio chiuso dove mi è stato consentito di parcheggiare in sicurezza il risciò.

hotel Puccini, Riccione

Ancora con la luce diurna ho potuto rassettare il mio bagaglio, preparare la camera per la notte, stendermi un momento a riposare, e quindi, lavato e cambiato d'abito (con un look più "da spiaggia") ho ripreso il risciò per vivere un po' di Riccione di sera.

Palazzo dei congressi di Riccione

Uno dei palazzi più moderni ed imponenti che ho visto è il centro congressi, che assomiglia molto a una di quelle strutture di vetro e acciaio che si incontrano un po' ovunque in Nordeuropa, laddove la trasparenza è ostentata come un principio, ma anche come un valore estetico.

Palazzo dei congressi Riccione

Con il calare delle tenebre è salito nuovamente l'appetito, ed era il momento di provare quello che sembra essere il cibo nazionale della Romagna, la piadina. Nella ampia via pedonale, gremita di gente anche se siamo decisamente ancora fuori stagione, una bella ragazza mi porge un invito a visitare una "piadineria" di nuova apertura. Qui posso gustare una sostanziosa piadina con la fontina. si tratta di nient'altro che di un di un pane piatto come quello in cui si arrotola il döner kebap, con dentro i contenuti che si scelgono sul momento della preparazione. Tra l'altro "piada" è verosimilmente la stessa cosa che la turca "pìde", la napoletana "pizza", la meridionale "pitta" o "pittèda"... insomma, il mediterraneo alla fine ha diffuso lo stesso tipo di "spuntino all'impiedi" un po' su tutte le coste, e ovunque ha cambiato ovviamente ricetta e contenuto. La piadina è comunque dal mio palato meglio accolta rispetto al suo parente turco.

Una volta sazio ho voluto percorrere le vie del centro, gremite di gente allegra, alcune delle quali si sono lasciate scarrozzare lungo viale Ceccarini in risciò per divertimento.
Poi mi sono diretto lungo tutto viale Gabriele d'Annunzio verso nord. Mi immaginavo che ci fosse più traffico automobilistico, considerato ce questa località è metà di persone in vena di ballo e divertimento addirittura dalla costa ligure, ma evidentemente è troppo presto per le discoteche, sono ancora le 9. Ho riconosciuto un nutrito gruppo di turisti tedeschi venuti attraverso le alpi in bicicletta, che si godevano una birra sulla veranda dell'hotel con vista mare, mentre le loro biciclette erano tutte allineate parcheggiate al primo piano in un garage insolitamente costituito da pareti trasparenti ed illuminato a giorno. Poco lontano ho incontrato appostate lungo il viale alcune simpaticissime "passeggiatrici" locali (ovvero Romene di Romagna), che ho avuto il piacere di intrattenere per alcuni minuti trasportandole sul risciò. Ho pensato bene di incoraggiarle a offrire la loro compagnia ai fieri cicloturisti tedeschi (erano tutti uomini), cosa che spero entrambe le parti abbiano apprezzato. Tornando indietro lungo il lungomare, ho ammirato una fontana che sprigiona una vivida luce rossa,...

fontana rossa a Riccione

...e poco distante un palazzo-hotel sbiancato come una gigantesca cappella sepolcrale, simile ad un complesso di arnie per api notturne.

Mi sono coricato nella mia stanza dell'hotel Puccini quando ancora la notte era giovane... ma meglio così, domani avrei dovuto fare davvero molta strada...



distanza percorsa km 33
peso lordo medio giornaliero kg 210
dieta/propellente giornaliero - colazione buffet ;
- 1 litro d'acqua;
- 100g pane;
- 100g di alici sott'olio;
- 1 patata dolce;
- 2 the verde;
- 1 cono gelato alla crema;
- 1 piadina con la fontina

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