In risciò da San Giovanni Rotondo a Bologna | ||||||||||||
Nono giorno: da Montesilvano a Giulianova Mercoledi 30 Marzo 2011
Il giovane team dell'albergo ha approntato per gli ospiti un delizioso e variegato buffet per colazione.
In particolare ho apprezzato molto di poter scegliere fra diversi tipi di the in bustina.
Intanto fuori dell'albergo in viale Kennedy i miei genitori mi aspettavano poco distante, parcheggiati nel camper in cui hanno passato la notte. Presto eravamo pronti per il nostro ultimo sopralluogo in risciò. La meta questa volta era un mercato dove poter fare incetta di prodotti freschi tipici della regione, che mia madre potesse tenere congelati il tempo di arrivare a casa a Genova e mantenerli congelati fino a Pasqua, o Natale.
Nell'attesa ho chiacchierato con reciproco interesse con il venditore di fazzoletti Africano che si trovava all'entrata del centro commerciale. È un peccato vedere che uomini dal fisico così atletico come costui, non vengono adottati dalla municipalità, o si organizzano autonomamente, per guidare risciò-taxi a Montesilvano. Piuttosto che vendere fazzoletti. Voglio dire, per certi lavori ci vuole il fisico. Non parlo ovviamente solo di Montesilvano, ma anche Pescara e molte altre località della costa, comunque tutte quelle che avrei incontrato oggi e nei giorni seguenti sul mio cammino. Una volta riportati i genitori carichi di vettovaglie abruzzesi al loro veicolo, ed essermi accomiatato da essi, ho proseguito via da Montesilvano, verso il paese di Silvi. Lungo la strada potevo annotare nuove tracce di una cultura diversa da quella del sud italia tradizionale, come per esempio l'insegna di un locale che indica PROPRIO quello che c'è nel locale.
Ancora in tarda mattinata ero nel paese di Silvi, e ho sostato una mezz'ora presso un internet-point gestito da giovani di diversa provenienza internazionale.
Uno degli avventori, che per via della sua origine aveva più confidenza di altri con il mio veicolo, ha fatto un giro con altri due compari e poi si è lasciato fotografare in sella al risciò come un vero Rikscha Wallaa del Subcontinente.
Fuori da Silvi la statale 16 continua diritta e scorrevole come una striscia di liquerizia; lungo di essa mi sono fermato a vedere se prima di lasciare il territorio degli arrosticini mi riusciva di assaggiarne uno in una sedicente "assaggeria di Arrosticini". Ma era chiusa, forse è una struttura per turisti che apre da maggio in poi.
A proposito di turisti, ad un certo punto ho notato il primo cartello sulla strada con una scritta in tedesco. Si tratta di un avviso di vendita diretta di olio e vino, peraltro con un paio di errori grammaticali.
Proprio poche pedalate più avanti si scorge la caratteristica sagoma quadrangolare della torre di Cerrano, una antica struttura difensiva contro i pirati risalente al periodo bizantino.
Stavo entrando nel terrritorio di Pineto: la costa è appunto abitata soprattutto da pini in parte molto antichi, mentre alla mia sinistra si estendeva una fascia collinare di un bellissimo verde, coltivata a cereali.
Pineto è una pittoresca località costiera. Mi sono fermato a riposare al riparo dal sole sotto un grosso pino su una via lastricata e con lo sfondo di una specie di palco open air di legno, un prato e le colline circostanti.
Qui ho consumato una discreta quantità di focaccia farcita con la caciotta sabatella e il ventricino, innaffiata dalla Apfelschorle (succo di mela + acqua gassata) che ho comprato ieri a Pescara.
Ormai prossimo al fiume Vomano mi sono congedato dall'amichevole Cicerone, e sono rientrato nella statale, a monte della linea ferroviaria costiera. Presso Roseto, la località successiva che si incontra sulla statale 16, piuttosto che dalle rose di cui il toponimo, la mia attenzione è stata catturata da una indicazione che avvisava della presenza lungo la statale di un olivo di 500 anni. Che emozione, un albero così vetusto! Beh, quando mi sono fermato presso la stazione di servizio indicata dal preavviso, dapprima ho faticato persino a vederlo questo olivo: è un cespuglio esteso, più che un albero, vale a dire che la pianta aerea deve essere stata tagliata o morta da sè diverse volte, e sono ricresciuti nuovi fusti attorno al tronco principale.
Nel tardo pomeriggio ho raggiunto la città di Giulianova, anch'essa munita di uno splendido lungomare e di una spiaggia ampia e sabbiosa.
Lungo la battigia alcune persone sembravano intente a ripulire la sabbia da oggetti e rifiuti trasportati dalle onde, prima che iniziasse la stagione balneare. Poi però andando avanti lungo il lungomare mi sono accorto che la gente caricava come meglio poteva su veicoli privati la legna raccolta sulla spiaggia. Questa attività, come mi è stato spiegato, è dovuta sia al bisogno di legna da ardere che la gente necessita per l'inverno, sia all'attuale enorme afflusso sulle spiagge di alberi strappati via dai margini dei fiumi limitrofi durante una forte pioggia avvenuta alcune settimane fa.
In particolare mi ha colpito l'uso che due uomini facevano di Wolkswagen Maggiolino: riempirla di legna e così portarsela a casa. Anche loro, come già altri abitanti di Giulianova, mi hanno consigliato di dormire in un albergo poco fuori del paese, la locanda "Aurora". Dev'essere uno di quei posti "mitici" che tutti sanno dov'è, e perciò non c'è nessuna insegna per strada a dirigervi il viaggiatore. |
distanza percorsa | km 40 |
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peso lordo medio giornaliero | kg 206 |
dieta/propellente giornaliero | - 1 the;
- 1 caffelatte; - 2 briosche; - 1/2 litro apfelschorle; - focaccia con formaggio e salame; - 1/4 di vino rosso; - pasta al pomodoro; - petto di pollo e insalata. |
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