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Il risciò: L'unica utilitaria davvero ecosostenibile: fa mediamente 100 km con un kg di pasta e ci vai praticamente ovunque. E la tua? In risciò da San Giovanni Rotondo a Bologna
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Secondo giorno: da San Severo a Poggio Imperiale

Mercoledi 23 Marzo 2011

Come andò che conobbi la storia degli antichi Dauni, attraversai il territorio delle cave di Apricena, ed arrivai in serata a Poggio Imperiale.



I l custode e la consorte Bulgari che ieri insieme con il resto del personale mi hanno entusiasticamente accolto nel pregevole complesso turistico "da Biagio", la mattina verso le 9 mi hanno offerto per colazione un cappuccino ed un cornetto al bar del ristorante annesso.

biagio

Nel frattempo i due genitori rimettendo in moto il camper constatavano che i fusibili dei direzionali si erano di nuovo bruciati (era la terza volta in una settimana).
Poco male: l'officina meccanica era subito di fronte al cimitero. Nel breve tragitto verso la via principale potevamo ammirare i campi in fiore coltivati ad ulivo.

Mentre il camper sarebbe stato riparato, abbiamo avuto alcune ore per girare con il risciò la città di San Severo.
Ben presto siamo approdati, fra palazzi in mattone in parte adorni di fiocchi e bandiere tricolori, al Museo Civico dell'Alto Tavoliere (in breve "MAT"), con l'importante raccolta di reperti lasciatici dalle antiche popolazioni Daunie.

Che cos'è la Daunia? Beh, ovviamente il territorio, in cui sorge San Severo, e che comprende grosso modo tutta la provincia di Foggia, ove in tempo preromano abitava la popolazione dei Dauni, colonizzati culturalmente dapprima dai Greci, poi dai Sanniti ed infine dai Romani.
Se la visita a questo museo è stata indimenticabile, non solo per me, ma anche per i miei genitori, assai meno interessati -finora- alla materia, lo dobbiamo soprattutto alle guide Chiara e Mirko, due giovani studiosi che ci hanno raccontato la preistoria e storia della regione, hanno risposto a tutte le nostre curiosità sorte nell'osservare i reperti archeologici esposti, e ci hanno fatto capire come vivessero queste genti nel rapporto con le vicine civiltà, nella loro dimensione religiosa, nell'evoluzione dell'economia e della società.

Non mancherò di ricordare che sia la visita del museo civico, sia la fantastica assistenza delle guide ci sono costate la bellezza di 0,00 € !!!

Il giro in risciò è proseguito nella assolata e trafficata tarda mattinata, ammirando le splendenti cupole ricoperte di ceramiche colorate

Non abbiamo mangiato un granchè, e al momento di pranzare ci siamo accorti che tutte le vettovaglie erano chiuse nel camper lasciato in riparazione dal meccanico...il quale era via in pausa pranzo.
Ci siamo accontentati di un po' di frutta del mercato, e una volta tornati presso il cimitero, il venditore di fiori mi ha fatto dono della sua merendina. Grazie!

E così verso le 3 di pomeriggio, sotto un bel sole cocente, ero di nuovo in marcia, lungo la strada statale 89 che conduce da San Severo ad Apricena, ammirando sul ciglio della strada la consociazione fra giovani alberi di ulivo e vigne. Due piante che per un certo periodo vivono e producono i rispettivi frutti fianco a fianco, almeno finchè gli ulivi non arrivano alla piena maturità.

Osservazioni botaniche a parte, la strada in mezzo alla pianura coltivata a grano era abbastanza noiosa, non molto trafficata, se non da macchine agricole ed autotrasportatori.

In lontananza sulla mia destra potevo seguire il profilo del Gargano,sulla cui pendice occidentale potevo riconoscere il paese di Rignano Garganico.

Campi di grano ancor giovane si alternavano a estesi vigneti...

Ad un certo punto si superava una zona con molti vivai, uno dei quali attirò la mia attenzione, poichè qui erano esposti in grandi vasi quegli stessi olivi capitozzati che sono stati piantati lungo il piazzale del santuario di Santo Padre Pio a San Giovanni Rotondo.

Poco dopo la strada saliva su di un alto cavalcavia sopra l'autostrada A14;

Qui in cima, accaldato dal sole pomeridiano, nonchè già desideroso di rifornimento alimentare, mi sono fermato qualche minuto fotografando fra le altre cose il cruscotto del risciò:
vi si possono riconoscere la borraccia(ormai vuota, dopo appena qualche chilometro), la radio/sound-box per il lettore mp3 e la briglia.

Ancora qualche pedalata e sis entra nella zona industriale di Apricena, adibita alla lavorazione del marmo ed altre pietre, senz'altro un'attività molto diffusa, almeno da quando nella zona si è sviluppato ed irradiato il culto del Santo di Pietrelcina.

Il centro abitato di Apricena si erge su di un modesto rilievo, e sulla cima percorrendo il Viale Italia vi sono giunto ansimando proprio poco prima del crepuscolo. Dapprima, accecato dall'appetito, mi sono precipitato nel primo forno che ho trovato, proprio sotto piazza Federico II. Placata la prima fame con un cornetto, ho poi con più calma visitato un panificio-pasticceria sulla strada per Poggio Imperiale, in via Gobetti.
Nel panificio Santucci fra le tante cose buone esposte nella teca del bancone mi hanno colpito innanzitutto dei dolci fritti che ricordano le chiacchiere carnevalesche, e che qui vengono chiamati "nevole"

sul posto ho potuto quindi assaggiare dei cannolini di pasta sfoglia ripieni di crema e marmellata di uva, e dei biscotti rotondi di un bel colore giallo, veramente deliziosi. Ma per sfamarmi ho contato soprattutto su una certa quantita di taralli, che ho infilato sui corni del manubrio, e mangiato via via da lì fino a Poggio Imperiale.

Da apricena a Poggio Imperiale la strada comporta un tratto di salita, 5 km circa, il bastante per farmi terminare il carburante di taralli. Ma il paesaggio è molto pittoresco, e ricordo un appezzamento agricolo prospiciente alla strada che era concepito con un certo estro creativo.proprio presso quella proprietà mi si è incepppata la catena, e rimetterla in loco mi è costato gli ultimi preziosi sprazzi di luce diurna della giornata. Erano passate le sei.
Già quasi avvolto dalla oscurità, ho fatto sosta presso l'unico punto di rifornimento fra Apricena e Poggio Imperiale. Nel bar-tabacchi Di Lella ho comprato una ricarica per il telefonino e scambiato qualche discorso con gli abituè di questo baretto. Qui pare che tutti lavorino più o meno direttamente nelle cave di pietra.
Di fatto da lì in avanti (per fortuna in piano e poi in discesa) attraversai un tratto attoniato da ingressi alle cave, come questo:

Ancora una manciata di chilometri in rettilinea discesa fra i campi rischiarati solo da una luna di tre quarti, ed ero già arrivato presso il camper parcheggiato alla periferia di Poggio Imperiale, al riparo di un filare di cipressi. Qui mi aspettava la cena, e qui ho trascorso anche la notte - il risciò alla bell'e meglio al riparo da occhi malintenzionati.




distanza percorsa km 27
peso lordo medio giornaliero kg 245
dieta/propellente giornaliero - 1 cappuccio ;
- 2 cornetti;
- 1 merendina;
- gr.100 nevole;
- gr.100 taralli;
- gr.100 pasta al pomodoro;
- gr.50 biscotti;
- 1 l acqua.

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