In risciò da San Giovanni Rotondo a Bologna | ||||||||||||
Settimo giorno: da Vallevò a Ortona Lunedi 28 Marzo 2011
Lasciatami quindi Vallevò alle spalle ho prseguito pedalando fra curve e salite sulla costa dei trabucchi, queste strutture a palafitte distribuite qui e là lungo la costa che servono a pescare a largo anche quando la burrasca non permette di andare fuori in barca.
Ero già stanco ancora prima di raggiungere la marina di San Vito Chietino, giacchè il clima di oggi è caldo e umido.
....ma anche se pochi kilometri mi separavano da Ortona, meta della tappa di oggi, una volta scesop giù dalla località San Fino e superata la Marina di San Vito, ho avuto un importante assaggio di ripido territorio abruzzese.
Dapprima si attraversa il territorio di Ripari, finchè durante la salita come un conforto compare improvvisamente sul retro di un cartello sul ciglio sinistro della statale la scritta manuale, un tempo diffusa in tutta la penisola, di "Dio c'è".
Difatti non lontano, nella frazione di San Donato, una insegna erronea che indica i resti della basilica paleocristiana di San Marco mi ha casualmente dirottato verso un altopiano cosparso di casette affacciato sul mare, da cui ho potuto contemplare in stato di grazia un ennesimo fantastico panorama su tutto l'Abruzzo che mi son finora lasciato alle spalle. Era bellissimo.
Pensavo allora che la salita fosse finita, e invece no, da lì in avanti la statale va in piano fino al cimitero canadese,e poi scende in picchiata fino quasi al livello del porto di Ortona, per poi risalire fino alla città vera e propria. Davanti all'ingresso del camposanto i miei genitori mi aspettavano per mangiare insieme la merenda, con spremuta di arance e pane e marmellata.
Ne ho approfittato per dare un'occhiata all'interno di questo luogo, che ha dato l'ultimo saluto a tantissimi soldati canadesi sacrificatisi per espugnare Ortona alla fine del '43.
Come dicevo, dopo il cimitero la statale ritorna a livello del mare, ma dopo lo svincolo per il porto, si torna ad arrancare ancora per un paio di chilometri, prima di raggiungere la città vera e propria, che sta in cima.
Intanto si erano fatte le sei di sera,e coominciava a far buio. Per prima cosa ad Ortona ho cercato di raggiungere un ufficio postale prima che chiudesse,sono stato così condotto dalle indicazioni dei passanti in corso Matteotti, con un sufficiente anticipo sull'orario di chiusura. Sbrigate le faccende postali, si svegliò la voglia di mangiare qualcosa di nutriente. Poco più avanti, proprio prima di entrare nella piazza del duomo, fui attratto dalla fragranza di focaccia che usciva da un fornaio, chiamato "fantasie di pizza". Qui ho assistito al calare del buio rifornendo il mio organismo con alcuni tranci di pizza variamente conditi, mentre un uomo offriva le sue rose agli avventori e ai passanti, ed un articolo di giornale appeso presso l'entrata raccontava di un matrimonio svoltosi di recente fra due giovani canadesi nella cattedrale lì dietro l'angolo, per desiderio di un nonno loro dell'armata canadese, il quale nel '43 per miracolo era sopravvissuto ai bombardamenti nella suddetta chiesa. A questo punto ho cominciato a pedalare per le strade e stradine di Ortona cercando di capire dove avrei/avremmo dormito questa notte. Si è ben presto capito che il posto giusto per il camper sarebbe stato il parcheggio dello stadio, cosa che ho comunicato subito telefonicamente ai miei genitori che erano rimsti con il camper al cimitero canadese. Ma per il letto/doccia/comfort che mi sarei aspettato per stanotte, ho consultato non solo i passanti, ma anche l'internet, in un internet point veramente ben attrezzato, chiamato "Mastrocola", che mi ha fatto ricredere dopo che nemmeno a Termoli avevo disposto di neanche mezza postazione internet pubblica.
Il gestore del negozio è un giovane svizzero-abruzzese, cioè un Abruzzese nato e cresciuto in Svizzera. Qui mi viene consigliato un B&B dai prezzi accessibili chiamato La Vivianella, che si trova sulla strada per Orsogna, piuttosto fuori dal centro. Ho pedalato nell'oscurità di viale civilta del lavoro per dei chilomtri, ma invano, perchè l'albergo era già pieno! Qui mi è stato consigliato di provare d un altro posto, da tutt'altra parte, sul versante nord-ovest della città, chiamato "da Licia". Ma il prezzo propostomi da "Licia" era davvero troppo alto per le mie finanze, perciò ho preferito passare un'altra notte in camper, meno comoda e più pericolosa perche il risciò rimane fuori ala mercè di chiunque, ma ho risparmiato denaro per il prosieguo del viaggio. Abbiamo consumato una frugale cena in camper, e poi a nanna, non prima di aver usufruito delle toilette del bar dello stadio, grazie alla gentilezza del nuovo gestore e del suo figliolo. Avrebbero riaperto il locale di lì a pochi giorni, ed erano anche di sera occupati ad imbiancare e riarredare. |
distanza percorsa | km 16 |
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peso lordo medio giornaliero | kg 215 |
dieta/propellente giornaliero | - 1 caffè;
- 1,5 l d'acqua; - 2 arance; - 1 pz.pane e marmellata; - 3 tranci di pizza; - 1 piatto di pasta al pomodoro; - 1 bicchiere di vino; |
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