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Il risciò: L'unica utilitaria davvero ecosostenibile: fa mediamente 100 km con un kg di pasta e ci vai praticamente ovunque. E la tua? in risciò a Firenze
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Gita a Firenze

Venerdi 13 marzo 2009

Come andò che capitai per un sol giorno a guidare il risciò a Firenze



A nche a Firenze oggiggiorno ci sono i riscio taxi, nel frattempo diventati più noti con il nome latino-anglosassone di „Pedicab“, ove „cab“ significa “taxi”.

Ho deciso accompagnare il mio vetusto padre a Prato, in Toscana, onde visitare una cara parente che non vedeva più da decine di anni, e che risiede in questa città nota per la sua industria tessile.

Così un bel giorno, e precisamente il 12 marzo del 2009, abbiamo preso a Genova Brignole l'Intercity diretto a Salerno, e dopo una tranquilla ora e mezza siamo scesi a Viareggio. Qui abbiamo subito trovato il treno regionale che da Viareggio va fino a Firenze S.M.Novella, e nel giro di un'altra tranquilla ora e mezzo eravamo arrivati a Prato Centrale, ove ci accolsero indicazioni stradali degne di Disneyland.

paperino


Avremmo trascorso la serata in compagnia della nostra ospite, ma abbiamo pensato di sfruttare la giornata successiva per fare un po' i turisti a Firenze, la ridente metropoli sull'Arno che dista circa 30 km da Prato.

Purtroppo la nostra ospite quel giorno non ci poteva accompagnare alla scoperta di Firenze, e quindi la mattina del venerdi 13 marzo siamo partiti da soli io e mio padre da Prato prendendo l'autobus della LAM che collega Prato a Firenze. Saremmo ritornati prima di sera.

In effetti il viaggio sull'autobus extraurbano non é durato molto, e la parte più lunga del tragitto é stata chiaramente quella nel traffico fiorentino di un qualunque giorno lavorativo. Intorno alle 10 siamo scesi al capolinea, presso la stazione di Santa Maria Novella.

Qui ci siamo procurati presso l'ufficio di informazioni turistiche una cartina e un opuscolo con le linee del trasporto pubblico. Ma siccome il posto dove avremmo preso il risció a noleggio non era lontano, ci siamo incamminati a passo lento lungo un vialone diretti verso piazza della Libertà. Abbiamo seguito le precise indicazioni dateci dal dott. Ricci, da lunga data fautore del traffico fiorentino sostenibile ed entusiasta fondatore del trasporto di persone a impatto 0 a Firenze (vedi www.pedicabfirenze.it), per arrivare alla rimessa dove ci aspettavano bravamente parcheggiati diversi risciò.

il parcheggio dei riscio


Ad assisterci c'era Neri, il gentilissimo collaboratore della ditta di noleggio, che ci ha materialmente assegnato il veicolo previo controllo della funzionalità.

Non occorre dire che tutto il tempo sono stato io a pedalare e il vegliardo a sedere dietro come passeggero. Non avevamo nessun piano o tragitto prestabilito, lo scopo era soprattutto girare in tutta comodità e senza fretta per le vie di Firenze, vedere qualche bel palazzo, qualche bella chiesa, e pedalare un po' lungo l'Arno per vedere il famoso Ponte Vecchio.

Abbiamo dapprima percorso il viale Cavour, che é una strada con pista ciclabile che conduce fino al Duomo. Fin da subito ho rmpianto di non essere venuto con una guida, o qualcuno che perlo meno a Firenze c'é già stato e conosce le strade. È un labirinto! Se lo spazio del centro storico non é poi così esteso, i primi urbanisti fiorentini si devono essere impegnati molto a renderlo il piu denso possibile di vie e viuzze. Mentre i successori gestori della viabilità si sono impegnati a far perdere l'orientamento ai turisti.
infatti la maggior parte delle strade sono sensi unici o vie rigorosamente pedonali, per cui noi come ogni altro veicolo su ruote abbiamo dovuto attenerci ai divieti del codice della strada. Abbiamo fatto I giri dell'oca per tenere una direzione di marcia.

Firenze é una tipica città dove il centro storico dovrebbe venire vietato ai veicoli pesanti privati, eccetto i risciò e le carrozze a cavalli.

A piazza del Duomo abbiamo fatto una sosta un po' piu lunga – il Duomo é davvero spettacolare-

ammirando la facciata di Santa Maria del Fiore


...ed intanto era già ora di pranzo. Siamo stati invitati a pranzo da una ospitale amica che ci aspettava in zona S. Gervasio.Per arrivarci siamo passati dalla piazzetta di S.Ambrogio, dove mio papa da dietro ha provato a fare una foto.

piazza S.Ambrogio a Firenze


La sosta successiva, dopo aver attraversato piazzale Donatello, era piazza Savonarola, con il monumento dedicato all'illustre filosofo fiorentino finito sul rogo dell'Inquisizione

la statua di Gerolamo Savonarola


Quindi ci é toccata un poco di salita per percorrere il cavalcavia sulla ferrovia presso p.za Vasari, e costì (simpatico toscanismo) abbiamo proseguito lungo via Marconi attraverso una zona della città di più recente costruzione.

In p.za Antonelli mi é capitata una cosa che ancora non riesco a concepire: un ciclista mi ha rimproverato aspramente di essere salito con il risciò sul marciapiede.

Neanche in Germania mi é mai capitato, e men che meno con uno che va in bicicletta e sa come funziona,. Di solito si incontrano automobilisti o motociclisti che borbottano per frustrazione se i ciclisti superano usando il marciapiede. Costui invece, conscio del valore del codice della strada, mi ha esortato a rispettarlo, anche se era a mio parere chiaro che su un marciapiede deserto e senza ingressi non potevo proprio fare del male a nessuno. A volte l'Eccesso di zelo in taluni trascurabili aspetti del vivere sociale offusca ben più gravi mancanze ad un livello più alto. Se infatti a Firenze, come in molte altre metropoli italiane, venissero fatti correttamente i lavori di asfaltamento stradale, magari uno non avrebbe bisogno di salire sul marciapede per evitare le buche a bordo strada, o a guidare a zig zag per il medesimo motivo...

Niente, abbiamo pranzato, poi nel primo pomeriggio la nostra ospite ci ha accompagnato brevemente a Fiesole a vedere dall'alto delle splendide colline circostanti la metropoli adagiarsi attorno all'Arno

una veduta di firenze sulla via per Fiesole


Poco dopo, nella stessa zona della citta, dove abbiamo parcheggiato il risciò, abbiamo incontrato il dott. Francesco Ricci, che sorseggiando un the nel bar di p.za Antonelli ci ha raccontato delle strettoie burocratiche locali e statali, che allentano il lavoro di coloro che vogliono lavorare e far lavorare i vetturini di risciò a Firenze .

Allo stato attuale infatti I risciò a Firenze sì sono abilitati al noleggio, e a trasportare su di sè messaggi pubblicitari per finanziarsi (fino a poco tempo fa una voce del regolamento civico lo impediva), ma sono osteggiati nel libero esercizio dell'attività di vetturini di risciò. Questo significa che se anche ci sono a Firenze uomini e donne valorosi che di quando in quando pedalano per la città a mo' di taxi sui risciò, essi non sono autorizzati a richiedere denaro dai passeggeri. Questo non é giusto, nè per i ciclisti, che trasportano con le proprie gambe oltre 200 kg di peso senza averne un tornaconto monetario, nè per coloro che esercitano negli stessi spazi servizi “tradizionali” di trasporto persone con un tariffario piu o meno stabile, e che ovviamente accuserebbero una concorrenza sleale da parte di codesti(ancora un simpatico toscanismo) bravi ragazzi.

Parlando parlando si era fatto tardi, e noi volevamo ancora andare a vedere l'Arno alla luce crepuscolare di questa bella giornata di sole. Ci siamo accomiatati e abbiamo a pedalata sostenuta ripercorso la strada a ritroso. Lungo la strada, all'uscita di una scuola presso piazza S.Ambrogio abbiamo chiesto indicazioni ad una fantastica mamma in bicicletta, con il seggiolino montato sul portapacchi. Una volta caricato su il figlioletto, ci ha guidato speditamente verso i viali, che conducono velocemente all'Arno. Sul lungofiume mio papà non riflettè, come potrebbe sembrare, a buttarsi di sotto.


bensì era incuriosito da un malloppo di lucchetti legati alla ringhiera del parapetto: credo che tutti gli italiani under 30 sappiano che simbologia si nasconda dietro questi lucchetti.

i lucchetti dell'amore eterno


Ed eccoci al famoso Ponte Vecchio.

ponte vecchio


Ora era pian piano ora di ritornare al garage, quindi abbiamo pensato di tagliare lungo il ponte vecchio per seguire il cupolone del duomo e ricollegarsi a via Cavour. Niente da fare, I vigili a guardia del ponte (rigorosamente pedonale) erano irremovibili, perciò siamo dovuti tornare indietro arrancando su una stradina interna in salita (per via dei sensi unici..), per poi ritornare sui nostri passi (gommati) lungo il ponte alle Grazie.

Entro una mezzora al massimo abbandonavamo il risciò nel suo garage, e con il bus numero 1 siamo tornati a Santa Maria Novella, per prendere il bus extraurbano per Prato. L'abbiam aspettato un bel pezzo, giacchè quel giorno c'era uno sciopero dei trasporti, ma verso le sette e mezzo eravamo belli che arrivati a Prato.


Avrei scritto volentieri di piu su questa giornata, ma in molti mi hanno detto che in internet tutti vogliono solo vedere le figure, e non leggono nulla, come i bimbi. Infatti stavolta ho messo piu foto e meno testo.
Contenti?


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